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Catullo tra i palloncini

3 maggio 2009 | IV A linguistico 2008

Come sapete, il nostro lavoro di analisi contrastiva di traduzioni si svolge sulla falsariga degli esperimenti condotti in V A linguistico. Abbiamo però proceduto in maniera un po’ diversa, non solo perché differenti sono i vostri interessi e le vostre motivazioni, ma anche perché dopo gli "esperimenti" in V ho potuto mettere meglio a fuoco il metodo di lavoro.

Vi ricordo come si è svolto il tutto: dopo un lavoro generale su Catullo, accompagnato dalla lettura e dall’analisi di alcuni carmi, ci siamo concentrati sul carme 51, "traduzione soggettiva" del fr. 31 L.-P. di Saffo, che ci ha offerto la possibilità di una riflessione generale sui problemi della traduzione.

Il successivo lavoro sul carme 101 ci ha riportato per un momento al percorso sull’epigramma; ma questa volta ci siamo concentrati sull’analisi contrastiva di otto traduzioni, e abbiamo tentato una nostra "traduzione mediata". 
Come ho già scritto per la V, il metodo di traduzione contrastiva, così come è stato elaborato da Antonio Portolano, prevede in realtà come momento finale, a partire dalla "traduzione mediata", una "traduzione autonoma" del testo originale. Abbiamo tralasciato per motivi di tempo, quest’ultimo passo, confidando nel fatto che anche il lavoro di "traduzione mediata" avrebbe stimolato riflessioni critiche e avrebbe suggerito occasioni di interpretazione personale. Ed è stato così, come si è visto nella verifica di fine modulo, in cui molti di voi hanno deciso in tutta autonomia di propormi la loro traduzione.

Raccolgo qui gli ultimi materiali su cui abbiamo lavorato: l’esercitazione su quattro traduzioni di un testo già utilizzato, il carme 51, e la verifica di fine modulo, che ha avuto per oggetto tre brevi carmi catulliani non studiati in precedenza, ciascuno accompagnato da sei traduzioni. La verifica aveva lo scopo di coinvolgere tutte le conoscenze e le competenze che avrebbero dovuto essere acquisite nel corso del modulo su Catullo.

Benché il lavoro si sia svolto nei ridottissimi tempi concessi dal nostro monte orario settimanale, interrotti per giunta da un’interminabile serie di festività… devo dire che sono particolarmente soddisfatto dei risultati.

Vi ho visto molto più coinvolti del solito, e non è poco.

Mi è piaciuta la vostra riflessione sulla valutazione delle competenze (per esempio Jessica Z. si chiedeva come è possibile valutare un "giudizio personale").

Mi è piaciuta l’onestà con cui avete lavorato… perlomeno non ho sentito Michela parlare di sconfole  😀

Mi è piaciuto il clima sereno in cui si è svolta la verifica… grazie a Francesca che ha portato i palloncini!

Ma mi è piaciuto soprattutto l’ossimoro di Jessica P. (quale Jessica P.? Indovinate), che ha trovato la verifica… "piacevole". Spero di non stravolgere il senso del suo intervento: a Jessica la verifica è piaciuta perché, pur esigendo impegno e studio preliminare, ha stimolato non la ripetizione mnemonica di conoscenze, bensì la loro applicazione con spirito critico e  apporto personale.

Mi sembra che stiamo lavorando nello spirito giusto, che è più o meno questo:

i risultati educativi, nella prospettiva della intertestualità e dell’abitudine al confronto critico, saranno senz’altro apprezzabili, anche prima di quelli specificamente culturali nell’ambito della lettura dei testi classici. Poiché quello che resta accertato è che l’alunno realizza col testo un rapporto dinamico, attivo, creativo, sereno, che lo porta, attraverso il confronto fra le traduzioni e con il testo originale latino, ad una sua autonoma proposta di traduzione, e soprattutto lo porta ad una crescita autenticamente culturale, insisto su questo aspetto, culturale e non soltanto linguistica, perché al di là e al di sopra della migliore e più ampia strumentazione che egli acquisisce nell’ambito delle abilità appunto linguistiche, c’è il patrimonio di sviluppo delle sue abilità/capacità riflessive e critiche che questo tipo di operazione didattica gli procura.

(Antonio Portolano, Per una teoria della traduzione contrastiva, in S. Japoce – E. Staraz, La traduzione contrastiva. Teoria e prassi, CEDAM, Padova, 1995, p. XXI)

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Nella foto: Guido Ceronetti con le sue marionette. Ho pensato che vi avrebbe fatto piacere vedere in faccia il signore che vi ha fatto tanto dannare con le sue traduzioni…

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