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Dicerie su Cesare e Nicomede

6 dicembre 2008 | III A linguistico 2008

Prosegue il nostro "laboratorio di traduzione". Vi ricordo che l’idea è quella di accostare l’esercizio testuale allo studio della storia letteraria, secondo l’impostazione del nostro manuale. Naturalmente cerco di scegliere testi "abbordabili" ma di crescente complessità, che ci permettano di approfondire gradualmente le conoscenze lessicali e morfosintattiche.

In questo caso è evidente il riferimento agli argomenti che abbiamo appena studiato: Svetonio è una delle fonti da cui conosciamo l’esistenza e persino il testo di alcuni carmina triumphalia.

Inizio a elaborare una scheda più efficace, secondo questo schema:

  • in alto a destra compare l’indicazione dell’autore, dell’opera e del passo da cui è tratto il brano;
  • a sinistra compaiono alcune note di civiltà latina utili alla comprensione del brano (in questo caso si tratta di informazioni storiche sui personaggi citati);
  • a destra vi sono alcune note lessicali, grammaticali, stilistiche, metriche, nonché alcuni suggerimenti di lettura dal manuale o dalle schede che vi ho fornito;
  • in basso a sinistra c’è un’indicazione di approfondimento sull’autore del brano e sull’opera da cui è tratto;
  • in basso a destra c’è l’indicazione delle particolarità sintattiche presenti nel brano.

Il brano su cui lavoreremo è Dicerie su Cesare e Nicomede (da Svetonio, De vita Caesarum, vita di Cesare, 49). Spero che l’argomento e il lessico non siano troppo scandalosi… del resto pare che si trattasse di pure e semplici dicerie, messe in giro dagli avversari politici di Cesare per screditarlo.

Se vuoi approfondire l’argomento, puoi consultare (su Google Libri) Eugenia Salza Prina Ricotti, Amori e amanti a Roma tra Repubblica e Impero, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 132-136.

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